mercoledì 20 maggio 2020

Train to Busan vs World War Z

 

Train to Busan (Sang-ho Yon, 2016) e World War Z (Marc Forster, 2013) non sono esattamente due film da vedere chiusi in casa durante la pandemia di un virus. Stiamo parlando di due zombie movie forse un po' sottovalutati, che però hanno tanti punti in comune, grande suspense e lasciano a modo loro incollati allo schermo. 



Devo dire la verità che per una volta ho preferito Hollywood al cinema asiatico, quantomeno a fine visione Train to Busan mi ha dato una vaga idea di B movie nel quale succede di tutto e di più in maniera esagerata, non si capisce nulla, e i protagonisti muoiono e si salvano nelle circostanze più rocambolesche. Poi a mente un po' più fredda vado a leggere recensioni e commenti e scopro che il film coreano è considerato un ottimo film e uno dei migliori zombie movie in circolazione se non addirittura quello “perfetto”. Ma perchè? A me viene solo da pensare che all'interno del film, al di fuori delle scene d'azione che comunque sono girate molto bene, i protagonisti rappresentino ognuno una differente classe sociale: c'è il padre di famiglia che pensa solo al lavoro e durante il film ha tempo di riconcigliarsi con la figlioletta, il riccone che pensa solo ai fatti suoi e trova tutti le scappatoie possibili per salvare solo la sua pelle strafregandosene di tutti gli altri. Poi ci sono i poveri, quelli che aiutano gli altri, quelli mettono la famiglia e l'amore al primo posto, dal marito con moglie incinta al mendicante eroe.



Se Train to Busan, proprio come dice il titolo, è quasi interamente girato in un treno, dando quindi la sensazione di una claustrofobica mancanza di speranza, World War Z, anche qui come dice il titolo, è girato un po' ovunque nel mondo. Dal centro città, alla portaerei, da una base militare in Corea, al centro di Gerusalemme, concludendosi in un aereo diretto in Galles, verso un centro dell'Organizzazione mondiale della sanità in cerca di un vaccino. Niente di più attuale in tempo di coronavirus. Il super protagonista è niente meno che Brad Pitt, ex militare in “pensione”, che per fortuna non è immortale ed invincibile come in tanti film d'azione pomposi e monotematici, addirittura si ferma quando viene ferito, e giuro che non potevo crederci. Di solito in questi film anche con un'ascia piantata in testa questi personaggi continuano a combattere come se nulla fosse. Il nostro caro Brad, oltre all'esperienza con le armi fa azionare anche il cervello in maniera sensata rendendo il film quasi plausibile. WWZ non è solo un film sugli zombie, ma ha anche la pretesa di essere un film geopolitico, tirando in ballo le Nazione Unite, Israele e il WHO, è quindi a mio modo di vedere apprezzabile il tentativo del regista Marc Forster, di rendere la pellicola un qualcosa che va ben aldilà del solito zombie movie d'azione.
E fa un po' impressione vedere il nostro Pierfrancesco Favino combattere  gli zombie fianco a fianco con Brad Pitt.
L'unica cosa che a me infastidisce un po' di questi film, è in primo luogo il fatto che non si sappia mai la causa del virus o come mai le persone morte nel giro di dieci secondi si risveglino e si trasformino in zombie velocissimi ed assatanati (tutto il contrario di Walking Dead per intenderci, dove gli zombie sono lumache in balia dei vivi). Inoltre non capisco come sia possibile che se il virus parte da un luogo preciso (il cosiddetto paziente zero), com'è che nel giro di 24 ore un paese intero viene infettato o nel caso di World War Z, il mondo intero, senza che nessuno, governi o forze militari, possano opporre resistenza. Lo so sto divagando in opinioni personali bizzarre, ma quando guardo un film mi piace sempre pensare che ci possa essere un fondo di verità o una spiegazione possibile.

Nota: Train to Busan e il sequel di un anime Seoul Station, dello stesso anno e dello stesso regista, che consiglio vivamente a chi è appassionato di zombie movie.

Altri film che consiglio sempre sul genere, famosissimi e non:

Contagion (2011, Steven Soderbergh)
L'alba dei morti viventi (2004, Zack Snyder)
La terra dei morti viventi (2005, George A. Romero)
28 giorni dopo (2002, Danny Boyle)
28 settimane dopo (2007, Juan Carlos Fresnadillo)
Resident Evil (2002, Paul W.S. Anderson) – solo il primo capitolo!
Apocalypse Domani (1980, Antonio Margheriti)
Benvenuti a Zombieland (2009, Ruben Fleischer) – per sdrammatizzare



lunedì 4 maggio 2020

La tomba delle lucciole vs In questo angolo di mondo

 
Oggi torniamo in Giappone, torniamo agli anime.
Se vi piacciono gli anime per adulti questi due film sono quello che fa per voi. Se invece non amate i film che vi fanno piangere, allora potete anche smettere di leggere. Direi che l'introduzione è breve ma va dritta al punto, indica precisamente la chiara essenza di questi due anime giapponesi che raccontano il proprio paese in tempo di guerra. Carestia, povertà, bombardamenti, morte: i due film sono racchiusi qui.
 


E' tempo di seconda guerra mondiale e in entrambi i film si raccontano storie di giovani nel tentativo di sopravvivere alla fame e alla miseria dell'epoca. Ne La tomba delle lucciole di Isao Takahata i protagonisti non solo sono giovani ma addirittura bambini, Seita e Setsuko, che mentre il padre è impegnato nella marina, perdono la madre e si ritrovano così soli di fronte ad un mondo che non può più accoglierli. Quello che pervade il film firmato Studio Ghibli, è la devastante mancanza di speranza, che con il passare dei minuti si affievolisce sempre di più, diverso è invece In questo angolo di mondo di Sunao Katabuchi, qui la speranza rimane, sembra crollare ma ci si rimane aggrappati, e il finale, nonostante qualcuno non riesca a sopportare la sconfitta nella guerra, rappresenta l'inizio di una nuova epoca. 



In questo film la protagonista Suzu, giovane sognatrice e un po' imbranata, riceve da parte di Shusuke, una richiesta di matrimonio. Lei accetta e si deve trasferire distante dalla sua casa di Hiroshima: sarà la prima di una serie di disavventure e tragedie che ne segneranno i suoi anni in tempo di conflitto mondiale. Il film dimostra come la guerra, oltre a mietere vittime innocenti, distrugge l'esistenza anche di persone e famiglie che stanno in angoli di mondo dove apparentemente la vita scorre lenta e non succede quasi niente. La vista che dalla loro collina si ha sul porto militare, con le navi che vanno e vengono, è l'unico vero contatto che quella famiglia ha con la guerra, di cui in realtà sanno poco o nulla e ricevono poche sparute notizie via radio o per via di Shusuke, che lavora in città.

Su Netflix al momento si trovano entrambi i film. Vidi La tomba delle lucciole diversi anni fa e non riuscii a capacitarmi dell'infinita tristezza di questa pellicola, per me il film più triste che abbia mai visto, se non piangi qui, non piangi da nessun'altra parte. Io non ho pianto, forse ho un cuore di pietra.
Nel film di Katabuchi invece dovreste riuscire a trattenere le lacrime perché oltre alle sciagure si trovano anche momenti divertenti, di amore e di speranza. Ad ogni modo, li consiglio entrambi, soprattutto a chi ancora crede che l'animazione sia cosa solo per bambini.